Navigando sul fiume Tonle Sap – Cambogia
La barchetta che mi sta cullando verso le acque torbide del Lago Tonle Sap, zigzagando tra le baracche del villaggio galleggiante di pescatori nella provincia di Kompong Chhnang, vira, lentamente, facendosi largo tra centinaia di ninfee e continua a solcare il fiume immettendosi nel lago. Dalle casette sulle palafitte che si susseguono l’una vicina all’altra, con i tetti di lamiere roventi e le assi di legno che sostituiscono i muri, corre un bambino sul suo terrazzino di fortuna e inizia a indicarmi divertito al suo papà, sdraiato poco distante. Indossa una maglia arancione di una famosa squadra di calcio. Ride, e il sorriso – bianchissimo – riempie il suo viso. Lo saluto con la mano – sembra incredulo – poi corre dalla sua mamma che dondola, assonnata, sull’amaca, e le sussurra qualcosa all’orecchio. Torna verso il bordo del terrazzino e mi guarda con un sorriso ancora più bello di prima e inizia ad agitare la sua manina. Rispondo agitando la mia mano. Ride. E guarda la sua mamma. E ride ancora …e sembra che non ci sia altra felicità più grande di questa, per lui. E io mi sento così, infinitamente, niente.